Come gestire la bulimia?

Un percorso psicoterapeutico per affrontare i disturbi alimentari

La bulimia – dal greco fame da bue – è un disturbo caratterizzato da un rapido consumo di enormi quantità di cibo, seguito da comportamenti compensatori quali il vomito, il digiuno o l’eccessiva attività fisica.

L’autostima delle persone che presentano le caratteristiche della bulimia, esattamente come coloro che manifestano anoressia nervosa, mostrano un’autostima precaria che dipende fortemente dal mantenimento del peso corporeo normale.

I soggetti bulimici hanno un’immagine distorta del proprio corpo che viene considerato “grasso” anche quando il peso rientra nella norma.

Come si è delineato, in entrambi i casi, anoressia e bulimia, si instaura un’anormale preoccupazione per il proprio peso corporeo.

Spesso si trova una relazione tra l’anoressia nervosa e la bulimia in cui il soggetto, oltre a possedere un’immagine distorta del proprio corpo, mostra una certa difficoltà o incapacità a identificare i propri sentimenti interiori e le condizioni di bisogno, vivendo un pervasivo senso che le proprie azioni non abbiano origine nel sé, ma riflettano, passivamente, aspettative esterne.

L'importanza di un percorso terapeutico integrato

Un percorso psicoterapeutico per affrontare un disturbo alimentare come la bulimia non può prescindere dall’essere un percorso integrato.

Dunque se da un lato è importante aiutare la persona a nella gestione dei comportamenti alimentari disfunzionali, dall’altro sarà necessario analizzare e comprendere le dinamiche psichiche sottostanti a tale comportamento.

Questo lavoro in sinergia permette di lavorare ed intervenire contemporaneamente sia sugli aspetti fisici ed organici che intrapsichici dell’individuo, con particolare attenzione al contesto familiare e sociale di appartenenza, contestualizzando il sintomo alimentare all’interno di essi al fine di fornire nuovi strumenti di crescita alla persona.