Negli ultimi anni, accanto alle dipendenze da sostanze, sono andate delineandosi varie forme di dipendenza senza sostanza indicate con il termine di “nuove dipendenze” o “new addictions“, come la dipendenza affettiva, da internet, dallo shopping, dal lavoro, dal sesso, dal gioco d’azzardo.
Addiction è un termine anglossassone che ha il merito di evidenziare la natura psicologica delle nuove dipendenze, nelle quali il soggetto è spinto a mettere in atto comportamenti compulsivi in mancanza dei quali la vita stessa appare priva di senso e di gratificazione.
La dipendenza non ha una o più cause, ma si costruisce in una circolarità di bisogni e significati, che restringono il campo delle possibilità ad un’unica scelta, quella del contatto con l’oggetto o del comportamento funzionale al raggiungimento del proprio “benessere”.
Le dipendenze, dunque, possono essere considerate come comportamenti ripetitivi eccessivi, che non hanno una funzione adattiva, ma che, al contrario, rischiano di presentare delle ripercussioni sul piano personale, familiare e sociale.
Anche la dipendenza da internet è entrata a far parte delle nuove forme di addiction, in cui giovani e adulti trovano nella rete una nuova forma di appagamento. Il Web, infatti, ha consentito di accorciare i tempi di attesa tra l’espressione di un bisogno e la sua soddisfazione immediata.
Questa nuova forma di dipendenza tecnologica sembra aver interposto un terzo oggetto tra l’individuo e il mondo che permette di sentirsi in connessione permanente e di sperimentare una comunicazione che annulla il tempo dell’attesa e la definizione di uno spazio di incontro.
L’oggetto tecnologico, dunque, si inserisce tra il soggetto e il mondo divenendo l’oggetto facilitatore che veicola i nuovi modi di comunicazione. Una virtualità relazionale in assenza del corpo che può condurre ad un impoverimento della propria esperienza emotiva. I legami affettivi, ad esempio, vengono spesso trasferiti sui network della socializzazione digitale, mediante l’immagine proposta.
Parafrasando Christopher Hauke possiamo sostenere che, sia i giovani che gli adulti di oggi, tendono a scoprire l’affetto attraverso l’immagine, immaginandosi che vi sia un sentimento dietro l’immagine. Di fatto questa persona non esiste, esiste solo l’immagine.