Vita sessuale
Vita sessuale: tra fantasie e attività
Per vita sessuale si intendono sia le fantasie sessuali che le attività sessuali. Una piccolissima parte della vita sessuale è relativa all’attività vera e propria, la parte principale è costituita da fantasie e sogni. È certamente giustificato porre in dubbio che la sessualità abbia come base la procreazione.
In effetti, sostiene Jung, assai poco del tempo e dell’energia che un essere umano dedica alla sessualità ha a che vedere con la procreazione.
È facile accettare che tutte le fantasie sessuali delle persone anziane o dei bambini hanno poco a che fare con la procreazione, ma spesso non comprendiamo sufficientemente che perfino le attività completamente sessuali hanno appena qualcosa a che fare con la riproduzione.
Potremmo dire che dall’origine dei tempi le attività sessuali sono state più che un gioco biologicamente orientato; sicuramente da quando possediamo migliori tecniche anticoncezionali abbiamo iniziato a analizzare la sessualità in maniera diversa.
Oggi, dunque, è stato ampiamente accettato un diverso significato della sessualità.
Una persona sessualmente matura usa la sessualità non solo per la procreazione, ma per rapporti interpersonali con un particolare essere umano.
Ciò può essere vero solamente in parte in quanto, come già annunciato precedentemente, la sessualità comprende ed è costituita prevalentemente da sogni e fantasie sessuali relativi a rapporti con esseri umani con cui nessuna relazione è possibile o desiderabile. Addirittura molte fantasie o sogni si costituiscono su persone che non esistono neppure.
O ancora, queste fantasie sono tali che se fossero sperimentate rovinerebbero i rapporti umani.
In complesso, dunque, potremmo dire che la sessualità fa probabilmente più male che bene alle relazioni umane.
Ad ogni modo sappiamo che gli esseri umani spendono gran parte della loro energia e del loro tempo nella vita sessuale. E non a caso, Sigmund Freud era in grado di vedere forme di sessualità, o sessualità sublimata, da qualsiasi parte osservasse la psiche umana.
La sessualità, dunque, con tutte le sue differenze, i suoi disturbi e le sue deviazioni può essere compresa solo come una fantasia con simboli che sono così vivi da colpire anche il nostro corpo.
Come abbiamo detto, lo scopo delle fantasie sessuali non è essenzialmente la procreazione o unicamente il rapporto umano, ma può essere quello di entrare in relazione con la propria Anima. La stessa cosa vale per le donne rispetto al rapporto con il proprio Animus.
La vita sessuale è essenzialmente un intenso processo simbolico di individuazione, e questo processo deve essere rispettato e riconosciuto. Naturalmente il processo di individuazione, così come descritto dallo psicologo svizzero Carl Gustav Jung, assume molte forme e la vita sessuale è soltanto una di esse, né superiore né inferiore alle altre.
E solamente ora potremmo lentamente cominciare a comprendere perché la proprio la vita sessuale degli esseri umani sia così varia, così piena di deviazioni da una norma, da una reale esperienza vissuta, specialmente e soprattutto nelle fantasie e nei sogni.
Continuando a seguire le tracce del pensiero junghiano, anche l’archetipo dell’Ombra, cioè il lato oscuro della personalità, può essere sperimentato attraverso la sessualità. Anche se ciò non significa che tutti, per trattare con l’Ombra, debbano avere fantasie simili a quelle del Marchese de Sade (vedi Pasolini) o di Leopold Sacher-Masoch (vedi Polanski). Non a caso, infatti, il fenomeno del sadomasochismo ha da sempre lasciato perplessi gli psicologi. Come possono il piacere ed il dolore essere congiunti?
Tornando a coloro che presentano disturbi sessuali e alle deviazioni della sessualità, l’unico modo affinché lo psicologo o lo psicoterapeuta possa essere loro di aiuto è di valutare l’importanza delle loro fantasie e di aiutare a comprenderle. Attraverso questa riflessione, dunque, si potrà rinvenire ad un importante sviluppo psicologico.
A mio parere, quindi, la psicologia junghiana restituisce dignità ai sogni e alle fantasie sessuali dell’essere umano. Per la psicologia analitica, infatti, la psicopatologia non significa lo studio delle forme inferiori della vita psichica, ma quello delle variazioni nel processo di individuazione.